«Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,32).

Mamma: colei che sa dare alla luce il proprio figlio più e più volte. Nei momenti più bui della vita viene invocata come presenza sicura, con fiducia massima e incrollabile. Madre e Figlio si incontrano nella notte più buia e tragica della loro vita; anche in questo caso è il silenzio a parlare: sguardi bagnati di lacrime, abbracci impediti dall’ingombrante e duro legno, dalle catene, dal disprezzo in cui il Figlio è immerso.

La madre vive il silenzio di tutta la sua vita, e anche oggi ripete il suo “Eccomi”, pur stritolata dalla morsa del dolore. Questo esserci la rende ancora una volta discepola e serva del mistero. No, non è tutto chiaro per Maria, che tuttavia vive ancorata e radicata in quelle parole dell’angelo: «Nulla è impossibile a Dio».

Proseguo il cammino: quella donna, discepola fedele e madre addolorata saprà generare e rigenerare anche la mia vita, lenirà col suo dolore il mio dolore e tra non molto, sotto una croce, mi accoglierà come figlio amato.

Luca Rubin

Che ti passa la notte
quando stai male.
Che ti canta la ninna nanna
quando, nel cuore della notte,
un brutto incubo ti sveglia.
Che crede in te
quando neppure tu ci credi più.
Che ti difende ad oltranza
da tutto e da tutti
e allo stesso tempo
ma ti spinge a crescere
anche se costa fatica.
Che ti rimane accanto
anche quando ti allontani.
Che ti chiama
anche se tu non rispondi.
Che resta con te fino alla fine
e ancora oltre.
Come tua madre.
Sua madre.

Patrizio Righero