Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo
(Mt 5,13-16)

Abbiamo sempre una grande sete di essere definiti, dipinti, fotografati, di essere riconosciuti, sia come persone, sia per il nostro operato. Anche nei social network le foto con più like sono quelle dei nostri volti, non tanto per la loro bellezza estetica, o non solo per questo, ma perché un volto dice identità, persona, unicità, e in un mondo di fotocopie, un’opera originale ci ricrea, a tutti i livelli.

Quando qualcuno ci dice “Tu sei”, prima ancora di aggiungere un qualunque aggettivo qualificativo, ti sta dicendo almeno due cose: che ti riconosce come persona (tu), ti vede, ti percepisce, ti accoglie; e poi il verbo essere: tu sei, tu ci sei, ti riconosco. E’ vero che l’aggettivo può essere anche negativo, può sicuramente non far piacere, ma in qualche modo anche un insulto, un sentimento negativo dà un volto, seppur ombrato. Scrive Oscar Wilde: “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”.

Gesù nel vangelo di questa domenica ci definisce, anche Lui, non con due aggettivi, ma con due metafore (a Lui piacciono tanto le metafore): “Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo.” Voi, ci ama singolarmente e in modo unico, ma ci chiama ad essere comunità, a vivere la comunione con Lui e tra di noi. Voi è un pronome personale impegnativo, che ci invita ad uscire dall’orticello dell’io, a favore del bene comune. Voi, non ognuno per i fatti suoi, ma insieme, siete… John Donne diceva: “nessun uomo è un’isola”, cioè nessuna persona su questa terra può vivere isolato da tutti e da tutto. La vita è tale solo se condivisa, solo se donata, altrimenti è ripiegamento, è egoismo, è morte!

Voi siete il sale della terra.   Io non sono mai stato bravo in chimica, per cui se sbaglio correggetemi:  cercando ho scoperto che il sale è prodotto dalla reazione di un acido con una base. Essere il sale della terra non fa riferimento al sapore del cibo, o alla sua conservazione, sennò Gesù avrebbe detto “voi siete il sale delle pietanze”. Essere il sale della terra significa vivere il male (l’acido) e trasformarlo in bene (il sale).  Gesù stesso ha vissuto sulla sua carne questo mistero d’amore e di dolore, e con Lui la Madre, e via via tutti coloro che accettano di essere un granello di sale per dare sapore e gioia alla terra. Fa male? Sicuramente, al 100%, ma non siamo nati per vivere al Luna Park sopra una giostra. Solo vivendo fino in fondo la vita, essa potrà fluire in nuove vie di bene e di condivisione.

Voi siete la luce del mondo. Non perché siate intelligenti e geniali, ma perché la presenza di Dio nella vostra vita dona una luce particolare alle vostre azioni, illumina i vostri passi, orienta il vostro cammino verso scelte concrete e coraggiose. Essere la luce del mondo è avere il coraggio di bruciarsi le dita con l’ultimo fiammifero pur di dissipare almeno un po’ il buio nella vita altrui.

Essere sale ed essere luce sono due sfide molto grandi: ci chiedono di spogliarci di “io” per favorire il “voi” e il “noi”, ci chiedono di amare fino alle estreme conseguenze, ci chiedono di vivere il vangelo di Cristo non da integralisti, ma usando testa e cuore, per il bene del mondo.

P.S: accetto ripetizioni di chimica 🙂