In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.

Gv 1,4-5

In lui era la vita. La contrapposizione è una costante dell’esperienza umana: chiaro e scuro, grande e piccolo, buono e cattivo, ecc. Tra i due estremi si gioca l’esperienza umana, sia essa esistenziale, culturale, sociale; anche la vita di fede attinge da questo modo di procedere. Il Verbo,, ancor prima dell’incarnazione, vive questa nostra dinamica, perchè In lui era la vita, Dio non è mai stato estraneo alla tua vita, ma l’ha vissuta Lui per primo, quando ancora il giardino dell’Eden non era stato creato. In questa solitudine divina Dio è già Dio per te, con te.

E la vita era la luce degli uomini. Vita e luce sono sinonimi: se non c’è luce non c’è vita e se non c’è vita non c’è luce. Questa vita di Dio era, già prima della creazione, la luce degli uomini, da Adamo fino a te che stai leggendo. Dio è vita, da sempre e per sempre. Ecco perché Gesù non poteva rimanere nel sepolcro, ecco perché tu sei figlio della resurrezione e chiamato alla vita, sempre, anche nei giorni no, tu sei invitato a splendere e a risplendere.

La luce splende nelle tenebre. Certamente, perché la luce non è limitabile, e tutto ciò che incontra viene illuminato e acceso, viene portato in vita, alimentato, curato, guarito. Dio splende nelle tue tenebre, e dove arriva la luce non c’è più posto per il buio, non sbatterai l’alluce contro lo spigolo del comodino: vedi com’è di vitale importanza essere ben illuminati?

E le tenebre non l’hanno vinta. Potrebbe sembrare una ripetizione inutile. Eppure, quante volte fai esperienza di buio, di male, di cose brutte che sembrano prevalere sulla luce, sul bene, sulle cose belle? La luce è una, le tenebre sono molte, eppure le tenebre sono perdenti, perché solo la luce è vita.

Contempliamo il Verbo, già per noi da sempre, che vive la nostra vita e la accende di una luce invincibile.