Mi inviti
a prendere posto
là dove mi viene offerta
salvezza, presenza, vita.

Il mio posto è un calice
colmo e grondante
che inebria e disseta
che compie ogni attesa.

Mani indicano e accolgono
comunicano l’incomunicabile
e pur senza comprendere
vengo introdotto nella comunione.

Davanti al mistero
imbarazzato taccio
abbasso gli occhi
penso a mille cose e a nulla.

Il silenzio rapisce l’inutile
scava nella mia anima
il cenacolo del dono totale,
prepara a morte e resurrezione.

Ceniamo ora in intimo silenzio
uniti e contenuti nel calice:
siamo dono reciproco,
siamo uno.

Luca Rubin