Mt 25,31-46

passion-of-the-christ-king-of-the-jewsOggi è la solennità di Cristo Re, e con questa festa finisce l’anno liturgico: domenica prossima inizierà il nuovo anno con il tempo d’Avvento.

Un re: lo pensiamo con corona e mantello di ermellino, seduto in trono col suo scettro d’oro. Una persona potente e prepotente, superba, che fa il bello e il brutto tempo. Proprio perché ci sovrasta, e quindi ha più potere di noi, non ci è molto simpatico, meno ci abbiamo a che fare e meglio stiamo, assolviamo obtorto collo le tasse che ci impone e tutto finisce lì. Ecco, spazziamo via tutti questi concetti, e meditiamo sulla regalità di Cristo.

Il suo alto trono è la croce, la sua corona è di spine, lo scettro gli ha trapassato il costato, il suo potere è stato totalmente annullato con la sua morte e sepoltura. E poi? E poi basta, perché o crediamo davvero che Dio è Dio con noi, oppure abbiamo sbagliato strada. Cristo è vero Dio e vero uomo, non fa le cose a metà, non ha fatto finta di essere come noi, però alla fine una botta di super poteri. No. Gesù è uno di noi, in tutto come noi, ha vissuto la fatica, il dolore, il senso di fallimento, è stato tentato, esattamente come noi. E perché è re? Perché ha saputo svuotare se stesso per amore, e tutto ciò che ha vissuto, è diventato salvezza per il mondo. Cristo Re ci insegna che il potere non è mai fine a se stesso, ma un mistero di donazione e di servizio. Ci insegna ad andare oltre al proprio naso, per sporcarci mani e cuore della sofferenza altrui, e proprio là portare il sorriso di Dio.

Questa festa collocata alla fine di un anno liturgico vuole suggerirci lo spirito con cui vivere i nostri giorni, i nostri pianti, le nostre angosce: Gesù è Re anche di quei momenti, Lui stesso provato in tutto come noi e più di noi, continua a essere Re crocifisso e sepolto. Gioiamo della sua regalità così ordinaria e luminosa. Lui che solo vuole la nostra felicità.

Buona domenica e viva Cristo Re!