Spesso quando pensiamo a Gesù, lo immaginiamo sì come la fede ci insegna, ossia vero Dio e vero uomo, tuttavia con un’umanità senza sentimenti, senza emozioni: un uomo “di plastica”. Leggendo il brano di oggi, guardiamoci da questa tentazione, perché tale è, accendiamo il cuore e immergiamoci, tuffiamoci nella sua meravigliosa umanità, che fa vibrare il nostro cuore.

Siamo durante l’ultima cena; Gesù ha parlato chiaramente di tutto l’immenso dolore che da lì a poco vivrà, e continua volendo rassicurare i suoi: Non vi lascerò orfani. Proviamo a metterci nei panni di Gesù: perché ha detto queste parole ai suoi intimi? Lui per primo sente il dolore del distacco, dopo tre anni vissuti con loro h24 o quasi, adesso se ne va, in quel modo, e sa chi lascia: uomini semplici, persone che molleranno, che la paura farà fuggire, e la disperazione morire. Come una mamma o un papà che deve lasciare i propri figli ad altre cure, prima di partire li rassicura e li esorta, pur avendo il cuore spaccato dal dolore. Ugualmente Gesù, ha pensato a tutto prima della sua partenza: Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito.  Paràclito è parola greca che significa “chiamato presso, invocato”, usato in ambito giuridico, per cui traducibile con il termine a noi più familiare di “avvocato”. È un avvocato speciale, perché è un follemente innamorato! Pensiamo a quei momenti di estrema necessità: chi vorremmo vicino a noi? Chi chiameremo in nostro aiuto? È proprio qui il senso del termine: lo Spirito Paraclito è colui che ci è vicino! La liturgia ci insegna: Perché non vivessimo più per noi stessi, ma per lui che è morto e risorto per noi, mandò, o Padre, il tuo Spirito Santo, primo dono ai credenti, a perfezionare la sua opera nel mondo e compiere ogni santificazione. (Preghiera eucaristica IV).

Non siamo orfani, ci viene donato un altro Paraclito, un consolatore, un avvocato, ma ci viene anche raccomandato qualcosa: “State buoni se potete”, direbbe San Filippo Neri… Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.
Gesù fa appello al nostro amore per Lui, proprio come una mamma o un papà dice al suo bimbo: se mi vuoi bene, fai da bravo e sii obbediente. E la conseguenza di tutto questo è la vita, la vita vera:

Io vivo e voi vivrete.
La resurrezione di Gesù è anche la nostra, una liberazione piena e definitiva da tutto ciò che ci incatena e che ci vuole portare lontani dal suo Amore. Devi solo tendere la mano e afferrare la Sua.