La Novena di Natale 2017 sarà un ritorno alle origini, perché mediteremo sul testo del “Regem venturum Dominum”, conosciuto come “Canto delle Profezie”, composto da un missionario vincenziano a Torino nel 1720. Il testo ovviamente fa riferimento alle profezie bibliche, in particolare del profeta Isaia.

 

20 dicembre – quinto giorno della novena di Natale

 

Scenderà Dio Signore
come rugiada sul vello:
ai giorni suoi trionferà giustizia
con pace infinita.
E accorreranno ad adorarlo
tutti i re della terra,
tutti i popoli si prostreranno a Lui solo

(Giudici 6,36-40; Salmo 21,28)

 

 

Gedeone disse a Dio: «Se tu stai per salvare Israele per mia mano, come hai detto, ecco, io metterò un vello di lana sull’aia: se c’è rugiada soltanto sul vello e tutto il terreno resta asciutto, io saprò che tu salverai Israele per mia mano, come hai detto». Così avvenne.

Molte volte sentiamo il bisogno di avere certezze che stiamo facendo la cosa giusta, che Dio è con noi, che quella decisione è la più opportuna. La certezza viene invocata dagli antri della solitudine: ci si sente profondamente soli, talvolta, soli a condurre la propria vita, soli a gestire la vita familiare, soli a lavoro, sempre soli. E se ci sforziamo di essere all’altezza della situazione, arriva un giorno in cui non ce la facciamo più e ‘scoppiamo’, abbiamo un bisogno insopprimibile di capire.

A Gedeone, giudice d’Israele,  successe una cosa del genere, quando chiede un segno a Dio come conferma della sua scelta per liberare il Suo popolo dai Madianiti. Questa rugiada, segno della presenza di Dio, è Gesù stesso, che si fa uomo nel grembo di Maria, e che tra pochi giorni contempleremo nel presepio. Quel “così avvenne” così lapidario, ci rincuora: l’opera di Dio non è fatta di speriamo-vedremo-chissà… Dio è quella rugiada sul vello che ti dice: “Io ci sono, non sei solo, non sei sola, la mia mano è sempre tesa verso di te, per accoglierti, accarezzarti e benedirti”.

Prepariamo il vello della nostra vita ad accogliere la rugiada Gesù. Un elemento così semplice, la rugiada, ci fa comprendere come il nostro cuore debba essere semplice davanti a Dio. Accoglierlo non sarà un’impresa impossibile, ma come le piccole pianticelle trovano refrigerio e ristoro dalla rugiada, così noi, saremo consolati dalla presenza concreta e inconfutabile di Gesù, il Signore.