Professione di fede di Pietro

Mc 8,27-35

Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».

Il brano si svolge lungo la strada. La prima parte del vangelo di Marco contiene la rivelazione di Gesù come Messia attraverso parabole, miracoli e prodigi. La seconda parte (che inizia con il brano che abbiamo ascoltato) contiene il viaggio di Gesù verso Gerusalemme e i tre annunci della passione, mentre la terza parte racconta la sua passione, morte e resurrezione. La strada è sempre il luogo intermedio, che unisce due luoghi, è il “non luogo” che può ospitare una varietà di sentimenti e stati d’animo. Gesù cammina con i suoi discepoli, e pone delle domande. A prima vista potrebbero sembrare domande di circostanza, ma il Maestro sa bene dov’è diretto e dove condurre i suoi.

La gente. La prima domanda è molto generica, e la risposta è diversificata. Gesù parte da lontano, intende cogliere il sentire della folla, della gente che parla di Lui. La risposta è molteplice, ma, in sostanza riporta che Gesù è un personaggio particolare che non passa inosservato per ciò che fa , forse un po’ strano, che fa cose portentose e suscita curiosità. Questa risposta per quanto imprecisa, indica come Israele attendesse un Messia, un qualcuno di molto vicino a Dio che venisse a risollevare le loro sorti.

Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

Voi. Siamo al cuore del brano. Gesù entra nel dettaglio, e chiede a coloro che camminano con Lui cosa pensano, come lo identificano, chi seguono.

La risposta di Pietro è molto netta e definitiva: Tu sei il Cristo. A livello grammaticale, “Cristo” può essere definito un’aggettivo sostantivato, perchè dice le qualità del soggetto e ancor più identifica il soggetto. Il termine “Cristo” deriva dal greco χριστός , che già traduceva la parola semita “mashìah”, da cui la parola italiana messia). Entrambe le parole significano «unto» (con olio): presso gli ebrei si ungeva con olio qualcuno o qualcosa che si voleva «consacrare a Dio per sempre: i re, i sacerdoti, e talvolta i profeti, perchè l’olio è il simbolo dell’abbondanza donata da Dio; inoltre gli Ebrei non conoscevano i solventi dell’olio, per cui una macchia d’olio era incancellabile, come una consacrazione a Dio è per sempre. Pur rimanendo vero quanto detto fin qui, Pietro afferma qualcosa di più: non dice (come la gente) che Gesù è un profeta ma che Gesù è IL Cristo, il consacrato di Dio per eccellenza, il Messia, non un semplice profeta, ma Colui del quale tutti i profeti profetizzano e annunciano.

Il silenzio degli altri discepoli è ugualmente eloquente. Che abbiano dato una risposta o meno non ci è dato a sapere, ma il fatto stesso che camminino con Gesù e siano suoi discepoli, dice che in loro c’è un desiderio e una ricerca della verità. Pietro, forse più istintivo e pronto, offre la propria risposta. Non c’è una risposta giusta o sbagliata: c’è un percorso di relazione e di comunione dove ognuno ha diritto di cittadinanza: nessuno è rifiutato , ma ognuno è in cammino verso il compimento di quella risposta.

E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

La risposta di Pietro ha sicuramente fatto centro, identificando Gesù il Cristo, inviato e consacrato dal Padre nello Spirito. Ora Gesù conduce Pietro e gli altri in un sentiero difficile e impervio, annunciando loro la propria passione, morte e resurrezione. Questo annuncio è un’insegnamento (“cominciò ad insegnare loro” dice il testo): il Maestro sa quanto è difficile e faticosa la strada dell’incarnazione, e su quella strada conduce i suoi.

Pietro, lo stesso che ha risposto prontamente, ora si oppone, rimprovera addirittura il Maestro: colui che ha riconosciuto il Cristo, all’annuncio della passione indietreggia e rifiuta il dolore e la morte, perchè quanto prospettato si oppone all’idea di Messia glorioso e trionfante.

Gesù ferma subito Pietro, e lo chiama Satana, senza inutili giri di parole. Satana significa oppositore, avversario, e per quanto ci sembri eccessivo questo termine, è invece usato propriamente da Gesù. Pietro infatti si oppone a tutto il piano della salvezza. L’unica azione che può salvarlo è “va’ dietro a me”, cioè torna a essere discepolo, fidati del mio insegnamento e seguimi, anche se ora non capisci e tutto ti sembra così assurdo. La risposta di Pietro necessita di incarnazione.

Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

La folla. Pietro torna a seguire le orme del Maestro, il quale chiarisce a tutti dove sta andando, e la strada che Lui percorrerà sarà la stessa di chi intende seguirlo. Gesù dice: avete riconosciuto in me il Cristo, vi ho annunciato qual è la strada che percorrerò, se qualcuno vuol venire dietro a me, sappia che la strada è questa:  rinnegare se stesso, prendere la propria croce e seguirmi.  

Tante volte in un certo tipo di scuola, oppure anche nei quiz televisivi viene richiesta la risposta esatta: in questo caso non esiste una risposta giusta o sbagliata; La risposta giusto, sbagliato: c’è una propria personale risposta. Il Signore diventa il tuo compagno di viaggio, diventa il tuo amico che ti accompagna e ci conduce Lui alla pienezza della tua risposta. Nessuno di noi ha ancora, ma è un iniziare, è un camminare con il Signore, non per niente questo brano è vissuto in strada.  E in questo camminare Gesù ci conduce anche là, in quelle strade più faticose, perché è la strada dell’umanità che spesso vogliamo mettere da parte: proprio là Dio ti attende, in quell’ambito che tu detesti della tua vita, Lui è lì con te

Noi siamo chiamati cristiani, coloro che seguono il Cristo. Anche noi con Cristo siamo unti e consacrati per sempre. Cristo non si è sbagliato con noi, Cristo ci ha chiamati per sempre. Con il battesimo veniamo unti e consacrati, per essere a servizio del Signore e siamo cristi con Cristo.