I Magi dall’Oriente

Mt 2,1-12

Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo.

Una domanda che fa uscire di casa. Il cammino dei Santi Magi ha inizio grazie a un punto interrogativo che li mette in strada, li fa uscire dal loro territorio alla ricerca di qualcuno. Seguono una stella: certo un segno romantico e poetico, ma la concretezza di una mappa con punto di partenza e di arrivo è un’altra cosa. Eppure questi uomini escono di casa, si accordano per affrontare questo viaggio così lungo e senza alcuna garanzia di riuscita: partono. La stella l’hanno vista sorgere, prima molto debolmente, poi sempre più chiara e splendente, impossibile resisterle.

La domanda in realtà non chiede “se” è nato il bambino, e tanto meno “come”,: loro ne sono certi, non hanno bisogno di conferme esterne; chiedono il dove, per raggiungerlo e per adorarlo. Sono uomini del silenzio, poiché adorare significa mettere la mano davanti alla bocca per lo stupore di ciò che si vede, uno stupore che lascia senza parole e apre la porta alla contemplazione.

La tua vita è animata da una domanda. Se rivisiti i polverosi archivi della tua vita, potrai constatare che all’origine di una scelta, alla base di un grande cambiamento o sconvolgimento, c’è sempre stata una domanda. Potrebbe essere stata una domanda di senso, quel grande punto interrogativo che ti scuote profondamente, oppure una domanda di curiosità, o ancora una domanda retorica: in questo caso sai già la risposta ma tergiversi… In ogni caso è sempre una domanda che, come per i Magi, ti mette in cammino, alla ricerca di una risposta.

Come la stella, anche questa tua domanda è cresciuta con te, prima impercettibile e poi sempre più grande, fin quando la sua mole ha chiesto la priorità assoluta nella tua vita. Ti sei messo in cammino senza garanzia alcuna, con timore e tremore hai affrontato situazioni personali e familiari per la conseguenza di questa scelta. Come i Magi anche tu chiedevi il silenzio e il rispetto della tua vita: sono sempre domande che coinvolgono la sfera più intima e personale.

Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme.

Una domanda indiscreta. In questa ricerca, i Magi sono convocati, loro malgrado, dal re Erode, il quale li usa per i suoi loschi fini. Li chiama segretamente, quindi sa che il suo piano è cattivo, li spreme come un limone e li invia alla ricerca, non si interessa minimamente della loro vita, della domanda che li anima: niente, Erode vede solo se stesso. Lui non ha visto sorgere la stella, ma chiede quando sia “apparsa“, è questo il verbo dell’Epifania: portare alla luce, manifestare, illuminare! Erode, per quanto brutto e cattivo, diventa strumento di manifestazione e di rivelazione.

Chiama i Magi, quindi li fa procedere più velocemente, casomai la stella si fosse nascosta, come riportano gli apocrifi; inoltre permette ai Magi di raccontare e quindi di raccontarsi: com’è importante in una ricerca analizzare i dati in proprio possesso! Altro elemento fondamentale: i Magi, grazie a Erode, ottengono la risposta al loro “dove”: Betlemme è il loro traguardo, ed Erode là li invia.

Torniamo ai tuoi archivi. Una domanda abita i tuoi giorni, stai cercando la risposta, ed ecco, succede che un signor Nessuno invade egoisticamente il tuo tempo e il tuo spazio; so bene come ci si possa sentire, eppure l’Erode di turno apporta enormi benefici. La tua domanda ti fa camminare in direzioni spesso contrarie o quantomeno tortuose, eppure proprio ciò che tu non vorresti diventa lo strumento per farti raggiungere la meta che tu desideri.

La stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima.

Una stella con le gambe. Il testo del vangelo non dice se la stella dei Magi avesse la coda, ma sicuramente avrà avuto le gambe, perchè li precede, raggiunge la meta e si ferma. Una stella che accompagna il cammino di questi uomini, li precede, e precedendoli li porta avanti, sempre più avanti. Che sia stella o punto interrogativo, la vita di ogni persona viene condotta verso un miglioramento, non siamo mine vaganti, nè cellule impazzite di un sistema. Solo chi si fida si lascia condurre per strade che non conosce. Questa stella giunge alla meta e si ferma: andare oltre significherebbe disperdersi nuovamente e inutilmente.

Questa stella viene ben dipinta da san Giovanni Paolo II: “La Rivelazione cristiana è la vera stella di orientamento per l’uomo che avanza tra i condizionamenti della mentalità immanentistica e le strettoie di una logica tecnocratica; è l’ultima possibilità che viene offerta da Dio per ritrovare in pienezza il progetto originario di amore, iniziato con la creazione. All’uomo desideroso di conoscere il vero, se ancora è capace di guardare oltre se stesso e di innalzare lo sguardo al di là dei propri progetti, è data la possibilità di recuperare il genuino rapporto con la sua vita, seguendo la strada della verità.” (Fides et Ratio n. 15).

La gioia dei Santi Magi. Quando un cerchio si chiude, o meglio ancora quando giunge il compimento e la realizzazione, non possiamo che gioire. Quella stella, osservata più e più volte, ora diventa fonte di gioia, di grandissima gioia, dice il testo, perchè non si erano sbagliati, e la fedeltà del cammino li ha portati a destinazione. Prima ancora di vedere con i loro occhi il bambino, gioiscono della premura di Dio, che brilla in una stella con le gambe.

Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

La stella si è fermata e anche i passi di quei misteriosi uomini si fermano alla porta di una casa sconosciuta. Entrano, e vedono ciò che hanno tanto cercato e desiderato di vedere. Vedono anch’esi ciò che hanno visto i pastori quella notte: un bambino con la sua mamma. Ora possono davvero prostrarsi, cioè interrompere definitivamente il viaggio, perchè sono arrivati, e inizia l’adorazione, il silenzio che contempla l’indicibile, la gioia che diventa stupore, lo stupore che diventa lode e giubilo. Non dicono parole i Magi, ma si prostrano, adorano e donano.

La tua domanda ha avuto risposta, ora non non puoi fare altro che donare tutto te stesso e vivere di conseguenza. I Magi hanno visto la stella, hanno cercato il dove, hanno ascoltato Erode e senza cadere nella sua trappola hanno raggiunto la meta. Questa stella brilla nella tua vita più di quanto tu possa pensare: i santi Magi siano i compagni del tuo dono, per offrire al bambino di Betlemme l’oro della tua vita, l’incenso della tua preghiera, la mirra del tuo dolore. Tutto avrà senso e giusta collocazione. Fidarsi come i Magi, questa è la chiave, questa è Epifania: manifestazione di nostro Signore Gesù Cristo, adesso.