Vangelo di riferimento Lc 21,5-19

Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta.

Spesso pensiamo che tutto il bello e il buono che vediamo e che tocchiamo rimarrà per sempre. Poi basta un evento atmosferico, un atto di vandalismo, o il semplice trascorrere del tempo per fare l’esperienza del transitorio, del “non per sempre”. Gesù esagera, come sempre, e ci porta in un futuro apparentemente disastroso, dove tutto ciò che esiste sarà raso al suolo, annullato, cancellato. Attenzione però: il vangelo non ci sta dicendo che il bello e il buono non siano dei valori da custodire e da vivere, non vuole creare ansie e paure. Semplicemente ci avverte, per dirla insieme con santa Teresa d’Avila, che “tutto passa, solo Dio resta”.

Maestro, quando dunque accadranno queste cose?

Quando. È questa la domanda che ci inquieta maggiormente. Non chiediamo dove, non chiediamo come o perché: il nostro problema più grande è il futuro, o meglio ancora, siamo sempre strattonati da un passato che non c’è più (ma che ha lasciato profonde tracce in noi, talvolta dolorose) o da un futuro che non c’è ancora (che ci interroga e ci spaventa). Il tempo presente è una stanza raramente abitata, spesso non curata, sconosciuta. Quando è l’avverbio di tempo che è nostro compagno più spesso di quanto potremmo pensare.

Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro!

Gesù nella sua risposta parla al presente: la Parola di Dio non parla ieri, o domani, ma oggi. È oggi che tu sei chiamato a vivere, a dare risposte coerenti con i valori che professi- Oggi è il tempo di Dio, eterno presente. E Gesù ci invita alla diffidenza di chi si improvvisa dio, di chi ha fretta e improvvisa scenari da Apocalypse Now: non andate dietro a loro. Questa indicazione così decisa ci salva da corti circuiti e dolorose folgorazioni: vivi il tuo oggi, qui dove ti trovi, adesso. Sii presente nel tuo presente, abitalo, vivilo fino in fondo, e quando vorresti scappare, ricorda le parole del Maestro: “Non andate dietro a loro.” Non farti prendere in giro, questo dice il testo greco. San Paolo scrive ai Colossesi: “Come dunque avete accolto Cristo Gesù, il Signore, in lui camminate, radicati e costruiti su di lui, saldi nella fede (…) Fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo”. (Col 2,6-8).

Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome.

A causa del mio nome. Effettivamente la prospettiva futura alla quale Gesù allude non è rosea, ma il Signore, in tutti questi sconvolgimenti, trova due aspetti positivi:

  • A causa del mio nome: vi succederà tutto questo perché il mio nome è presente nelle vostre vite, è il senso dei vostri giorni, è la presenza che consola, è il nome che asciuga le lacrime e che incoraggia a rialzarsi. La causa di tutto non è il fato, non è il destino (che non esiste), ma è una Persona, che da duemila anni continua a essere scintilla di un grande incendio, “Cristo crocifisso è scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio”. (1Cor 1,23-24). Luce e tenebre sono negli occhi di chi guarda.
  • Avrete occasione di dare testimonianza. Secondo aspetto positivo. Se il nome di Gesù è la causa di tante traversie e difficoltà, rendere testimonianza è la conseguenza di quanto detto sopra. Se Dio è il senso di tutta la mia vita, ogni situazione della vita, bella o brutta che sia, è l’occasione giusta per rendere testimonianza, per vivere la mia relazione con il Signore, per cogliere dalle sue mani ogni situazione e in ognuna di esse vivere l’amore e la donazione, concretamente, nelle mie giornate. In greco il testimone è il martire, colui che è disposto a testimoniare con la propria vita il vangelo di Cristo, stendendo il proprio corpo sul legno durissimo della quotidianità, trasformando, le ore e i giorni in un anticipo di eternità, quel futuro che tanto ci spaventa è già qui, ora.

Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Questa perseveranza non è semplice resistenza o pazienza: è, letteralmente “rimanere sotto”, e ispira un atteggiamento di fiducia e affidamento. Rimango sotto perché “so a chi ho creduto” (2Tm 1,12), rimango sotto e vivo tutto quel che c’è da vivere a causa del Suo nome e come conseguenza della mia adesione di fede. Questo rimanere sotto salverà la mia vita. Non la paura del domani, non la nostalgia di ieri ma il rimanere sotto nonostante tutto e tutti mi salverà. Nessun sconvolgimento naturale, sociale o politico potrà privarmi di quel Nome, e rimanendo sotto la sua croce, vivrò la salvezza nel presente di oggi, carico dell’esperienza di ieri, e in cammino verso il futuro, a braccetto con Dio.