Fa male il disincanto, più dell’illusione, più della delusione. Perché rischi di non credere più, non solo ai sogni, ma neanche alla realtà, a una svolta esistenziale, sempre possibile.

Dopo aver sofferto e sanguinato, dopo esserti rinchiuso in te stesso per trovare la forza, dopo aver eliminato tutto il veleno che quella terribile esperienza ti ha iniettato, piano piano risali la corrente della vita, e inizi a rivedere il tuo passato con occhi guariti.

Ora è il momento di passare dal disincanto alla vita vissuta: quell’esperienza ti ha segnato profondamente, ma il flusso vitale continua, e ti da nuove forze, nuove energie. Quella cicatrice è lì a ricordarti che ce l’hai fatta, che quando vedevi tutto nero era solo il momento più buio di quella notte senza luna e senza stelle.

Gira pagina e riprendi a scrivere, non come prima, ma meglio di prima. Quell’esperienza non l’hai vissuta invano. Sorridi.
E come sempre: ho scritto per me stesso.