Nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù (Gv 19,41-42).

La passione del Figlio di Dio continua: Lui, il Dio della vita viene posto in un sepolcro buio, conosce la tomba il creatore del mondo, l’immobilità della pietra chi ha plasmato le galassie.

La notte continua. Il sepolcro contiene chi ha vissuto il dolore e la morte. Il buio divora l’animo della madre, delle donne e degli affetti più cari, che guardano quelle dure pietre, più implacabili del legno della croce.
In silenzio adoriamo, amiamo, speriamo.

Luca Rubin

C’è un macigno che ci separa.
Da questa parte ci siamo noi
con il nostro quotidiano
fatto di normalità,
di persone che chiedono sempre
e non dicono grazie mai.
di orari troppo stretti,
di appuntamenti da incastrare
e di vuoti che non si riempiono.
Di qui ci siamo noi
che la sera abbiamo poi anche
da lavare i piatti
e dare una riordinata,
e la mattina ci salta addosso
con mille pretese.

Dall’altra parte ci sei Tu.
Ma non ti vediamo.
Per ora.
Non possiamo toccarti.
Per ora.
Non possiamo dirti:
«abbracciami, Signore!»
Per ora.
Dall’altra parte del macigno
ci sei tu che puoi dare un significato
ad ogni nostro giorno.
Ma chi sposterà questo macigno per noi?

Patrizio Righero