I soldati presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Gv 19,23-24

Il vestito è la protezione e custodia della dignità di persona: Gesù non solo viene ingiustamente condannato ma anche annullato nella sua persona, calpestato, denudato. Quel corpo di carne abitato da Dio diventa oggetto di disprezzo ed esposto alla derisione.

I brandelli delle vesti del Signore sono ormai stracci impolverati dal duro cammino, strappati da quella croce impietosa e ora tirati a sorte. Questa nudità è la conseguenza del dono totale, senza riserva alcuna, neppure della propria dignità di essere umano. L’incarnazione prosegue la sua strada, una strada in salita, perché in alto ci deve condurre.

Luca Rubin

Il male non si ferma
di fronte a nulla,
non ha limiti,
non dice mai «basta!»
Va fino in fondo.
Aggredisce
con violenza inaudita.
Non si accontenta di vincere
pretende l’umiliazione.
Anche tu, Signore Gesù,
lo hai sperimentato
sulla tua nuda pelle.
E hai risposto
con un amore
che a noi sa di follia.
Hai risposto
con un perdono
che fa rabbrividire
i benpensanti.
Hai risposto
con il dono
del tuo corpo
e del tuo sangue.
E alla fine
hai vinto tu.

Patrizio Righero