Mt 2,1-12

La protagonista della festa di oggi è una stella, citata ben tre volte nel vangelo. Una stella che guida, che indica il cammino, una sorta di navigatore, meno assillante però, che ti lascia libero di camminare, di scegliere, di fermarti e di riprendere la strada. Anche di perderti!
Quella stella non è la magia di Natale: di magico non c’è niente. C’è il buio della notte, alcuni uomini (non son tre e non son Re!) che rincorrono qualche sparuto segno luminoso, un neonato che piange in una mangiatoia.
“Al vedere la stella provarono una gioia grandissima”: nella loro mente chissà quanti dubbi sono rimbalzati: dove stiamo andando, ma chissà se troveremo mai questo bimbo, che senso ha, ma se poi… Una stella che ritorna li rincuora: non ci siamo sbagliati, andiamo avanti! Consumiamo tutta la nostra vita, ogni dolore ha un senso, una direzione: quello di incontrare Dio che si fa bambino per amarci incondizionatamente!
“Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono.” Ecco la sintesi del Natale: nessun luccichio, nessuna magia, ma una presenza. L’adorazione è il frutto più bello, il regalo più grande del Natale: stare davanti a Dio in silenzio e offrendo tutto ciò che si è. I doni dei Magi vogliono indicare proprio questo uscire da se stessi per andare verso l’altro…

“Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”: una volta incontrato Dio, non è possibile ripetere vecchi schemi e ripercorrere strade già battute. La novità del Vangelo è impressa per sempre nel cuore dei Magi, i loro occhi hanno contemplato Dio in un bambino, hanno offerto tutto se stessi, e sono stati ricolmati di quella meraviglia che è l’Incarnazione del Verbo. Come potevano essere le stesse persone? La festa dell’Epifania ci porta in regalo una domanda: ho davvero incontrato Dio? La risposta è nella nostra vita di ogni giorno.

Buona Epifania a tutti!