Chi è il pastore? Colui che si prende cura del suo gregge, che vive con le sue pecore giorno e notte, è sempre con loro. Cammina con loro, si ferma con loro, mangia, dorme, ride, soffre, sempre col suo gregge. Anche nella più popolare statuina del presepe, il pastore porta sulle spalle una pecora, per indicare che la sua vita è strettamente connessa a quella del gregge.

Il presepe è luogo di pastori, gente semplice, abituata alle fatiche di giorni interminabili e notti di veglia. Guardandolo, possiamo contemplare l’atteggiamento del pastore, che attende con pazienza al suo lavoro, che coccola le sue pecore, che vive con serenità e fortezza il susseguirsi delle stagioni. I pastori del presepe hanno il coraggio di mettere da parte ogni pregiudizio e ascoltare un angelo, mettendosi in cammino verso quella grotta, e adorare il Dio con noi, anche Lui Pastore, che offre la sua vita per le pecore. L’Emmanuele nasce tra gente semplice e umile, e da loro impara l’arte di donare la vita per il bene del mondo.

Ecco Natale per noi: imparare dai pastori come andare oltre al tornaconto, al calcolo; imparare a essere dono per gli altri, dimenticando se stessi. Pastori, veniamo da voi all’inizio di questa novena in preparazione al Natale, e anche se i modi sono rudi, accogliamo il vostro insegnamento di vita: dedizione e affetto, fede e costanza,  obbedienza e affidamento. Siano questi i doni da scoprire nelle prossime feste, magari non sotto l’albero, ma nel cuore nostro e di chi ci vive accanto. Grazie pastori, grazie per questa lezione di vita.