Voi, chi dite che io sia? (Mc 8,27-35)

Senza titolo 1“Voi, chi dite che io sia?” Come posso risponderti? Ti stordirei con carriolate di sostantivi e aggettivi, ti citerei il Catechismo, magari anche il Diritto Canonico, che fa sempre molto figo. E tu mi guarderesti accondiscendendo, ma non cogliendo niente di valido per te. Perché Gesù è furbo, non si fa prendere, non si fa impacchettare in formati convenienza, è sempre nuovo, imprevedibile e inafferrabile. Se definisco una persona, essa ha finito di vivere, “la signora bionda” non ha altre possibilità per me, se non quella di avere una splendida chioma; “il vicino rompiscatole” non ha altre chance, l’ho chiuso dentro la sua definizione. De-finire: rendere staticamente immutabile una realtà, e nel caso di un essere vivente e umano, significa ucciderlo, tout court. E allora perché Gesù chiede “voi, chi dite che io sia?” Solo per sentirsi la telegrafica risposta di Pietro? Davvero il Figlio di Dio (altra definizione) ha bisogno di sapere chi è lui per i suoi discepoli? Lasciamo in sospeso questo quesito e proseguiamo.

Gesù e il primo papa si rimproverano reciprocamente: Pietro non accetta che Gesù debba vivere fino in fondo la sua mission e Gesù non accetta che proprio Pietro non abbia capito niente, tanto che si vede costretto a ricominciare da capo la lezione.
La conclusione è lapidaria: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso” rinneghi le proprie convinzioni, i propri dogmi inossidabili, rinneghi le proprie definizioni: sei così convinto della tua fede granitica… che la perdi al primo spigolo contro il mignolo!

Solo rinnegando te stesso ti ritroverai. Ritroverai il tuo vero volto, che era ricoperto da mille maschere chiamate certezza, sicurezza, garanzia, paura. Gesù non vuole essere definito, incasellato, e poi dimenticato: desidera che tu lo segui passo dopo passo, dall'”osanna” al “crocifiggilo”, vuole che lo segui alla festa di nozze e alla cena del tradimento. Vuole che lo riconosci nel povero e nel ricco, nel malato, in chi soffre ingiustamente, in chi non ha più lacrime. Gesù vuole essere amico del tuo buio e della tua luce, ogni giorno.

Non se ne fa niente delle definizioni dottrinali: desidera che il tuo cuore sia plasmato non dai libri di teologia e filosofia, ma da mille vite che incrociano la tua. Se nessuna di esse ti lascia indifferente, scoprirai il suo volto, e il tuo sarà simile al suo. Voi chi dite che io sia?