Tutti si avvicinavano a Gesù Lc 15,1-32

 

Noi umani dividiamo tutti e tutto in categorie a compartimenti stagni, forse perché questo modo di procedere ci trasmette sicurezza e tiene gli altri a debita distanza. Anche il vangelo di oggi ne è un esempio chiarissimo, ma come vedremo, queste categorie non stanno in piedi…

Si avvicinavano a Gesù tutti i peccatori per ascoltarlo.

 Pur essendo vangelo, quindi Parola di Dio, questa frase non ha senso: c’è qualcuno sul pianeta Terra dalla sua creazione che non sia peccatore? Peccatore significa debole, limitato, che sbaglia, che fa fatica. Essere umano e peccatore sono sinonimi diretti, se dici uno dici l’altro. Troppo spesso però “peccatore” è stato usato con accezione negativa, dispregiativa, come se chi ingiuriava non fosse anche lui peccatore. Perché non esiste il peccatore di serie A e il peccatore di serie B, siamo tutti passibili di miserie e di peccati, ma tutti possiamo riscattare la nostra vita, e se abbiamo sbagliato strada, ne abbiamo altre mille da percorrere: Dio è Amore, e non gli piace fare il giudice. Se lo fa è solo per amore. I peccatori si avvicinano a Gesù per ascoltarlo: che bello! Finalmente qualcuno che non ci guarda storto, che ci sorride, ci abbraccia, e sa tessere trame di fraternità anche con noi “peccatori”. Avevamo davvero bisogno di chi ci accogliesse, non di dita puntate né di pietre scagliate. Avevamo bisogno di chi, insieme a noi potesse raccogliere i cocci della nostra vita, e accostarli uno all’altro in un meraviglioso mosaico dai mille colori. Perchè l’esperienza del mio limite insieme al tuo limite, crea un’armonia: rispetto, accoglienza, aiuto, amore.

 

I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».

Sarebbe tutto troppo bello, e ahimè di plastica, se qualcuno non si lamentasse. Chi sono costoro? Sono quelli che si sentono giusti, puri, perfetti, impeccabili, quelli che non si mischiano con la plebaglia, per non insozzare le loro candide vesti. A questi dà fastidio questo avvicinamento dei peccatori a Gesù, per due motivi: sono peccatori, e già solo questo elemento li esclude da ogni dimensione sociale. E poi vedono Gesù come un concorrente, uno che porta via loro i clienti. e poi questa precisazione: “mangia con loro” è una bestemmia, perché mangiare insieme significa condividere un’azione sacra ed entrare in intimità: di solito si fissa una cena con persone amiche, con le quali condividere un po’ di tempo, per raccontarsi, per stare insieme. E Gesù lo fa con i peccatori. Gesù non solo solidarizza con i peccatori, ma si farà lui stesso peccato, fino alle estreme conseguenze, fino alla morte. Non è un caso che la sera prima della sua morte abbia mangiato con i suoi amici, condividendo con loro tutta la sua vita e la sua morte. Chi mormora rimane lontano, non sente neppure ciò che Gesù comunica, non accoglie il suo messaggio, ma sa solo accusare e condannare. Anche costoro necessitano di amore, di misericordia, ma soffocano tutto col rispetto umano, con la “legge”, col “si deve fare così”.

Avviciniamoci anche noi, così come siamo, e proviamo ad ascoltare cosa sta dicendo Gesù. Lasciamoci abbracciare, amare, accarezzare dalla sua mano di fratello. Cessiamo di impacchettare le persone secondo i nostri piccoli e brutti criteri. Accogliamo chi ci è accanto come anche noi siamo accolti. Rimarremo peccatori, certamente, ma consapevoli che l’Amore riscatta noi stessi e gli altri, e ci rende liberi, finalmente.

Buona domenica!