Molti, vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome. Gesù però non si confidava con loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza su un altro, egli infatti sapeva quello che c’è in ogni uomo. (Gv 2,23-25).

Gesù accoglie l’aiuto di Simone e il gesto di Veronica, ora però rifiuta il pianto di alcune donne: «piangete su voi stesse». Dio non ha bisogno di lamenti e commiserazioni, bensì di cuori che sappiano donarsi, di vite che investono tutto per il vangelo e che sanno lasciarsi plasmare dall’amore del Signore. 

Gesù sa bene cosa si muove nel cuore di ogni persona, e il rispetto è così grande che prima di entrare chiede permesso, onorando la libertà e la dignità di ciascuno. Ma i teatrini no, Gesù non li tollera, e riporta quelle donne a loro stesse, alla loro responsabilità di donne e di madri. Questo cammino faccia riscoprire la presenza di Dio; il pianto irrighi le nostre terre aride e rinnovi le nostre esistenze.

Luca Rubin

Tu, Signore, 
conosci l’identità 
delle nostre lacrime.
Sai distinguere
le lacrime dei capricci 
da quelle del dolore, 
le lacrime della rabbia 
da quelle del pentimento;
le lacrime di stizza
da quelle della gioia. 
Tu, o Dio, ci scruti 
e ci conosci nel profondo
sei vicino ai nostri pensieri, 
e sai che cosa ci spinge
ad agire oppure a rimanere inerti.
Tu sai tutto di noi. 
Possiamo ingannare gli altri
e perfino noi stessi 
ma con te non possiamo barare.
Tu conosci le nostre lacrime
e i nostri sorrisi.
Solo Tu, Signore, 
ci consoci davvero.

Patrizio Righero