Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!» Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?» Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. (cfr. Gv 19, 15-16).

Re e croce, potere e debolezza, gloria e annullamento. Il Figlio di Dio viene presentato come re da Pilato, ma la folla continua a non riconoscerlo, continua a preferire la condanna e la morte.

Gesù è caricato della croce, ma è anche la croce che carica Gesù. La tua, la mia croce diventano, per un meraviglioso progetto della Provvidenza, dimora del Signore; il dolore è l’anello di nozze con cui il divino sposa l’umano.

Il cammino si fa pesante, la croce inizia a pesare e scortica il corpo innocente del Signore. Rimango qui, sgomento, e accolgo l’affanno di chi mi porta oltre ogni condanna, ogni morte. Accompagno il re umile che si carica della mia croce. Come Lui in silenzio soffro e cammino, per amore.
Luca Rubin

Ti sei lasciato consegnare, Signore.
Come un delinquente.
Come una raccomandata.
Come un pacco di amazon.
Come una cosa qualsiasi.
Ti sei lasciato consegnare
al disprezzo e alla derisione,
all’oblio e all’insignificanza.
Ti sei lasciato consegnare, Signore,
senza dire una parola,
senza una reazione,
senza un gesto “da re”.
Di mano in mano,
di ingiustizia in ingiustizia,
di egoismo in egoismo.
Fino al mattino di Pasqua.
Da quel giorno ancora
ti sei lasciato consegnare
E sei arrivato fino a noi,
attraverso la parola degli apostoli,
attraverso il sacrificio dei martiri,
attraverso la vita dei santi.
Ti sei lasciato consegnare, Signore,
per arrivare fino a noi.

Patrizio Righero