Raddrizzate i suoi sentieri (Mt 3,1-12)

 

Abbiamo bisogno di un testimonial, di qualcuno che ci dica: ho provato quella marca e mi sono trovato bene. Qualcuno che ci garantisca sulla bontà di un prodotto, di un’organizzazione, di una persona. Spesso, anche se non lo ammettiamo, viviamo mille paure, dubbi, incertezze. Il nostro non è un camminare ma un danzare da ubriachi: un passo avanti e due indietro, nella vana illusione di non sbagliare, di non fare passi falsi. Trovare un amico che ci dica: “vai avanti, la strada è giusta, non temere” oppure “guarda che stai sbagliando strada, torna indietro” ha un valore immenso. E anche se in quel momento essere ripresi ci infastidisce, se siamo onesti riconosceremo la bontà del nostro amico, e gli saremo grati.

“Nessuno nasce imparato” eppure pensiamo un po’ tutti di esserlo: perfetti, sappiamo tutto, non sbagliamo un colpo, nessuno ci deve dire niente. Conseguenza di questo atteggiamento? Camminare soli, sbandati, arrabbiati con noi stessi e con il mondo, tenendo stretta in pugno la nostra vuota verità.

Ci viene suggerito di dare un’aggiustata ai sentieri di Dio, che ostinatamente vuole camminare con noi. Sono sentieri spesso impraticabili, ostruiti, pieni di ostacoli, dolorosi, macerie di vite passate impediscono un cammino sereno, spesso inciampando in un ramo o in una pietra imprechiamo contro il destino crudele, contro una vita storta. Sarebbe più semplice prenderci cura di quei sentieri, accogliere quell’inciampo e sistemarlo in modo razionale lungo il sentiero: non solo non sarà di danno ad altri viandanti, ma può diventare materiale di costruzione per una vita meno buia.