Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia!
Nell’angoscia mi hai dato sollievo;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.

Fino a quando, voi uomini, calpesterete il mio onore,
amerete cose vane e cercherete la menzogna?

Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;
il Signore mi ascolta quando lo invoco.

Tremate e più non peccate,
nel silenzio, sul vostro letto, esaminate il vostro cuore.

Offrite sacrifici legittimi
e confidate nel Signore.

Molti dicono: “Chi ci farà vedere il bene,
se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?”.

Hai messo più gioia nel mio cuore
di quanta ne diano a loro grano e vino in abbondanza.

In pace mi corico e subito mi addormento,
perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare.

 

orar[1]Parlare significa avere fiducia che il nostro interlocutore ci ascolti. Questo salmo ci rassicura che Dio Padre ha un udito finissimo, e che accoglie ogni nostra preghiera ed invocazione nel suo cuore innamorato.

Il salmo inizia e termina con un’invocazione, una richiesta di aiuto al Signore. La parte centrale è un’esortazione agli idolatri, un’esortazione calma, senza rabbia: il salmista chiede (e si chiede) il perché del loro allontanarsi da Dio, e illustra tutta la bellezza di appartenere al Signore, di essergli vicino. Il Signore ascolta ogni nostra richiesta di aiuto, partecipa al nostro dolore, e fa anche di più: compie prodigi, cose meravigliose, non per un applauso, ma per tuo amore, per la tua felicità.

Cosa si consiglia agli idolatri? (Nessuno si tiri fuori, lo siamo tutti):

Tremate: temete Dio cioè, che non è aver paura, ma un rispetto profondo, che ti scuote così tanto il cuore da farci tremare.

Non peccate: è la lotta di ogni giorno contro il male, che vuole mettere radici nel nostro cuore.

Esaminate il vostro cuore ossia ciò che i teologi spirituali chiamano esame di coscienza, spesso inteso male: non è fare la lista della spesa dei peccati commessi! Significa riconoscere l’amore di Dio per me, il mio limite, e abbandonarmi con fiducia alla sua misericordia.

Offrite sacrifici legittimi: cosa significa ‘sacrificio’? Ci viene subito in mente il fioretto, la sofferenza per un bene migliore… ma la parola stessa ci illumina: sacri-ficio: rendere sacro, consacrare, fare entrare il divino nella nostra esistenza, come una spugna che si lascia attraversare dall’acqua, e ne rimane intrisa intimamente. Questa apertura nei confronti del Signore ci troverà pronti ad affrontare tutte le difficoltà, e quando ci sarà da sacrificarci lo faremo non perché travolti dagli eventi, ma perché c’è un bene più grande da vivere. Come possiamo notare tutti questi atteggiamenti interiori disegnano un percorso sulla mappa della nostra vita.

Confidate nel Signore: ecco il traguardo, la parola chiave di tutto il salmo: confidare, avere fiducia, affidarsi!

La nostra preghiera trova il suo culmine nella luce della presenza del Signore, anche se è notte, pur avendo costatato la nostra pochezza. Il buio fa risplendere ancora di più l’amore del Signore, ci fa gioire perché non siamo più soli, e la Sua luce ci scalda l’anima. E con questa pace, profonda, palpabile, riposiamo tranquilli, fiduciosi dell’aiuto del Signore.