Nel Signore mi sono rifugiato.
Come potete dirmi:
“Fuggi come un passero verso il monte”?

Ecco, i malvagi tendono l’arco,
aggiustano la freccia sulla corda
per colpire nell’ombra i retti di cuore.

Quando sono scosse le fondamenta,
il giusto che cosa può fare?

Ma il Signore sta nel suo tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi osservano attenti,
le sue pupille scrutano l’uomo.

Il Signore scruta giusti e malvagi,
egli odia chi ama la violenza.

Brace, fuoco e zolfo farà piovere sui malvagi;
vento bruciante toccherà loro in sorte.

Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti contempleranno il suo volto.

Immaginiamo di leggere e soprattutto pregare dall’interno di una fortezza. Da questo luogo iniziamo a ricordare tante cose accadute: battaglie, terremoti, sommosse. Poi ti ricordi i consigli degli “amici”: scappa, lascia stare, non ce la puoi fare! Ti rendi conto che tutte queste parole erano vuote, senza significato, dette tanto per dire, solo per paura del silenzio. Ora sei al sicuro, ti senti difeso e tranquillo, e puoi guardare dalle inferriate il paesaggio mozzafiato, ma il tuo pensiero va oltre, e ti senti profondamente amato.

La fortezza in cui hai trovato accoglienza e sicurezza è il cuore di Dio, da qui non devo più fuggire, è vero sono un passero spaurito e senza forze, non ho ali possenti, e neppure uno sguardo d’aquila, non posso vantare grandi voli: sono solo un passero! Un passero amato, teneramente amato da un grande Cuore, che fa il tifo per me, e anche Lui mi dice di correre, di rifugiarmi, non chissà dove e con quali raccomandazioni, ma là dove solo c’è pace e sicurezza.

Non so se ci hai fatto caso, ma nel salmo per cinque volte è invocato il Signore: è Lui il Re che vive nel castello, non un castello fatto di pietra ma di carne. Gesù Verbo di Dio si è incarnato per amore, affinché non fossimo più in balìa degli eventi, ma trovassimo quel rifugio tanto desiderato. Quel cuore spaccato è lì per dirti che c’è sempre posto per altri cuori spaccati dal dolore, come il mio e il tuo, per dirti che la vita va spesa bene, senza ripiegamenti inutili, anzi dannosi.

C’è poi un incrocio di sguardi: Dio che scruta, osserva, guarda… niente va perduto dei nostri giorni, anche la più piccola sofferenza è avvolta dal Suo sguardo innamorato. Non è vero forse che chi è innamorato non si lascia scappare niente della persona amata, fosse anche una sciocchezza? E poi il nostro sguardo, che in un primo momento è rimasto colpito dal paesaggio, dai monti rossi del tramonto, poi è stato trasportato dai pensieri e ora trova riposo e conforto nel volto di Dio. E lì, in quel volto, la preghiera diventa vita, amore incarnato, proprio come il Suo.