Riceverai la tua ricompensa Lc 14,1.7-14

Tutta Italia sta vivendo giorni terribili. Abbiamo negli occhi quei cumuli di macerie, paesi distrutti, centinaia di vite portate via in un attimo, intere popolazioni senza più niente di niente. Davanti a una tragedia qual è un terremoto rimaniamo senza parole, e i nostri occhi si riempiono di lacrime.

Questa domenica di desolazione e lutto, ci fornisce la giusta medicina: il brano di vangelo parla di inviti a cene, di invitati, quasi una sorta di galateo; come tutte le medicine, anche questa è amara, è in stridente contrasto con ciò che stiamo vivendo, non la vorremmo prendere, non ne abbiamo voglia. Proviamo a vedere com’è fatta, prima di serrare bocca e occhi.

“Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, va’ a metterti all’ultimo posto.” Le nozze sono sempre un momento forte di aggregazione, di unione, di festa, con tantissimi invitati, spesso coinvolge l’intero paese, dove si è tutti parenti di tutti, come ad Amatrice, a Accumoli e ad Arquata del Tronto… Questo consiglio del vangelo ci dice: metti al centro la gioia del tuo prossimo, non la tua, sii il servo, la serva della gioia di chi ti sta accanto. Anche adesso, sii colui, colei che sa donare speranza e consolazione, che sa abbracciare forte e farsi uno con chi soffre terribilmente. Dona secondo le tue possibilità, attivati, condividi, prega, sii una piccola luce accesa nella notte: non illumina, ma tiene desta la speranza e infonde coraggio.

“Quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti.” Ecco la medicina amara, ma che ci fa un gran bene: spesso, quasi sempre, facciamo del bene a persone che “meritano”, a persone stimate e amate, non a sconosciuti, che non possono ricambiare e neppure ringraziare la nostra magnanimità! Sii il fautore della gioia altrui, di quelli che non ti incontreranno mai, ma che potranno alleggerire almeno un po’ il dolore di una tragedia. E Gesù ci definisce beati, felici se metteremo in atto un amore senza limiti di tempo e di spazio. Felici perchè il nostro cuore sarà libero da qualsivoglia costrizione, e il tuo atto d’amore rimane pulito.

“Riceverai la tua ricompensa.” La medicina ci è stata data, e farà il suo effetto; ora un confetto di zucchero per addolcire la bocca: il vangelo ci dice di compiere il bene con cuore sgombro da radici e legami, ed operare la gioia altrui a 360°, ma non temere: sarai ricompensato, niente andrà perduto. Se tu oggi mi regali un sorriso o una stretta di mano sincera, questi tuoi atti d’amore rimarranno come impressi a fuoco in tre cuori: nel tuo, nel mio, e nel cuore di Dio. Anche Lui, Dio, sta piangendo tanti suoi figli, ma ha una vista migliore della nostra, e ripete a ciascuno: “riceverai la tua ricompensa.

A te, vittima del terremoto, a te congiunto, a te che leggi, a ogni persona del mondo che si fa prossimo nell’amore concreto e fattivo, giunga questa parola di Cristo: “Riceverai la tua ricompensa”. Anche se sarai tentato di allontanarti da Dio, perché sarai arrabbiato con lui e gli imputerai le colpe di questa immane tragedia, Lui ti sarà vicino e saprà aspettare il tuo ritorno.

Buona domenica.