Io sono il pane vivo (Gv 6,51-58)

 

Il pane, elemento fondamentale dell’alimentazione, accompagna ogni nostro pasto, dando sostanza e forza ai nostri giorni. Non ci può essere una convivialità, uno stare insieme attorno alla stessa tavola senza del buon pane.
Se ci pensiamo, la preparazione del pane è lunga ed elaborata: semina il grano, scommettendo che quel terreno e quei semi producano il frutto sperato, e che la stagione sia clemente, con la giusta pioggia e il giusto sole; mieti le spighe cariche di semi e chiedi al mugnaio di trasformare quei chicchi dorati in una candida farina; impasta la farina con l’acqua, aggiungi il lievito e un pizzico di sale, poi lascia al calore del forno la gioia di rendere quell’impasto freddo e molle delle belle pagnotte di pane, caldo e croccante dal cuore tenero e profumato. Invita i tuoi cari alla mensa e offri loro squisiti piatti, valorizzati e supportati dal pane. Capisci quanto lavoro? Capisci quanta fatica? Capisci quanto silenzioso dolore, quanta speranza operosa sono diventati gioia per molti? Quel pane è permeato da una vita di lavoro, di fatica, di dolore, di offerta, di donazione, quel pane ha adesso in se stesso tutta la vita di chi lo ha prodotto, di chi lo ha voluto e desiderato. Grazie a quel pane è possibile continuare a vivere, a lavorare, a sperare, ad amare, anche a soffrire per amore. Quei semi schiacciati, quella farina e quell’acqua che si impastano, quel lievito che fa fermentare tutto l’impasto, lavorano nel silenzio più totale, donando tutto ciò che è nella loro natura; il fuoco del forno pone una trasformazione profonda, affinché tutto quel lavoro e quel dolore non siano vani, ma donino vita ai commensali.

Il Figlio di Dio incarnandosi, non ha avuto paura di lasciare i cieli, ma abbassandosi così tanto si è voluto fare uno di noi, come noi, per noi; non si è sottratto alla macina della croce, si è sottoposto al buio del sepolcro, e la sua vita spezzata, il suo sangue versato sono l’immagine più eloquente di come Lui sia davvero il pane vivo, il pane che da senso e nutrimento ai nostri giorni.

Se nelle nostre tavole i pasticcini o le torte non compaiono così frequentemente, ci sarà sempre un tozzo di pane, magari anche del giorno prima, poco importa: è questo il segno grande, immenso della presenza di Dio nella nostra vita di ogni giorno. Quando il pane è bagnato dalle lacrime della sofferenza, Dio è con te; quando mastichi il pane della fatica, Dio è con te; quando tutto ti si rivolta contro e dimentichi di mangiare il tuo pane, Dio è con te; quando stappi un buon vino per una bella occasione di gioia, Dio è con te. Pensa a un qualunque evento della tua vita, lieto o triste che sia: ci sarà sempre il pane della presenza di Dio, Amore che riempie i tuoi giorni, braccia premurose che ti sostengono nel cammino.

La solennità del corpo e del Sangue del Signore ha senso nel momento in cui le nostre vite divengono vite vissute e donate, sul modello di Gesù, pane vivo per noi che viviamo in Lui e di Lui. Solo allora la comunione ci renderà pani spezzati per la vita e per la gioia del mondo.