Proseguiamo la novena in preparazione al Natale vedendo un altro elemento molto presente nei nostri presepi: le pecore. Il pastore offre la sua vita per le pecore (Gv 10,11), le pecore a loro volta vivono in stretta correlazione col pastore e anch’esse donano la vita: diventano per il pastore lavoro, sostentamento, compagnia, nutrimento e vestito.

Le pecore vivono sempre in gruppo, la loro forza è stare insieme tra loro e col pastore. Una pecora da sola non avrebbe vita lunga. Questa loro attitudine è passata nel nostro modo di dire “fare la pecora”, non avere una propria idea e seguire il branco. Ma le pecore sanno bene quello che fanno, per la loro incolumità e la loro vita!

Le pecore sono l’immagine della mitezza: non sanno ringhiare, non mostrano i denti, il biancore e la morbidezza delle loro lane trasmettono pace. Gesù stesso è stato indicato dal Battista come “Agnello di Dio”, colui che, innocente, si è fatto carico della nostra umanità, fino alle estreme conseguenze.

Guardando il presepe, osserviamo come anche le pecore vegliano in quella notte santa; anche loro, insieme ai pastori, accorrono alla grotta. In questa novena chiediamo all’Agnello senza macchia di saper tutelare in noi la Sua immagine di misericordia, di comprensione, di mitezza.