La Novena di Natale 2017 sarà un ritorno alle origini, perché mediteremo sul testo del “Regem venturum Dominum”, conosciuto come “Canto delle Profezie”, composto da un missionario vincenziano a Torino nel 1720. Il testo ovviamente fa riferimento alle profezie bibliche, in particolare del profeta Isaia.

 

21 dicembre – sesto giorno della novena di Natale

 

Nascerà per noi un bimbo
e sarà chiamato Dio forte;
egli siederà sul trono di Davide suo padre
e sarà un dominatore;
avrà sulle spalle la potestà regale.
(Isaia 9,5)

 

La potenza e la fragilità, un bimbo appena nato e un re dominatore. Gli estremi si fanno incredibilmente vicini, anzi di più: diventano la carne del Figlio di Dio. Natale è attendere questo bimbo, desiderarlo, generarlo, portarlo in grembo, sognarlo di notte, non vedere l’ora che nasca, immaginarlo, sorridere al solo pensiero, proprio come un figlio nostro!

Francesco d’Assisi nella lettera ai fedeli scrive: “Siamo madri, quando lo portiamo nel cuore (Gesù) e nel corpo nostro per mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza, lo generiamo attraverso le opere sante, che devono risplendere agli altri in esempio.” Nel cuore e nel corpo, come una gestazione in piena regola! Capiamo bene che se Natale fosse vissuto così cambierebbe il mondo, cambierebbero le nostre vite; va bene, scambiamoci pure il regalino e auguriamoci buone feste, ma lo spirito di Betlemme, la gioia che ci è data dal vedere il Figlio di Dio che si fa in tutto come noi, non perdiamola, non mercifichiamo un dono così grande, anzi, il dono per eccellenza!

Torniamo all’essenzialità del Natale, torniamo a quel bimbo che sta per nascere, il nostro figlio Gesù. Chiediamo a Maria e a Giuseppe di accompagnarli, di vivere con loro i rifiuti di quella notte, ma anche l’accoglienza dei pastori, della povera gente, di chi è andato loro incontro, ascoltiamo il belato delle pecore, chiediamo ai pastori di inginocchiarci accanto a loro, non perché abbiamo capito chissà cosa, magari nulla, ma perché in quella notte così unica è successo qualcosa che ci supera, e davanti alla nascita di un figlio ci tremano le gambe dall’emozione.

Questo sia Natale per ciascuno di noi: Gesù, e Gesù solo.