La Novena di Natale 2017 sarà un ritorno alle origini, perché mediteremo sul testo del “Regem venturum Dominum”, conosciuto come “Canto delle Profezie”, composto da un missionario vincenziano a Torino nel 1720. Il testo ovviamente fa riferimento alle profezie bibliche, in particolare del profeta Isaia.

 

18 dicembre – terzo giorno della novena di Natale

 

Presto verrà Dio Signore,
il nostro scudo, il Santo d’Israele
e la corona sarà sul suo capo.
Estenderà il suo dominio
dall’uno all’altro mare
e dal gran fiume
fino agli estremi confini della terra.

(Salmo 89,19; 72,8)

 

Nel terzo giorno del nostro cammino verso il Natale ci viene presentato nuovamente un re, potente, e incontrastato. Il potere; non è forse quello che affannosamente ricerchiamo? Non tanto il potere politico o militare, ma il potere del denaro, della salute, il potere di dare felicità alla nostra famiglia, il potere, appunto. Desiderare il potere è chiudersi nel castello del proprio egoismo, è ignorare l’altro perché alla fine non mi serve, non mi torna utile. Essere invece limitati e mancanti ci fa guardare fuori di noi, ci fa rendere conto che non siamo soli in questo mondo, ma che vicino a noi ci sono altre persone, altre storie bisognose di riscatto, di liberazione e consolazione.

Questo re così potente e così vicino, sempre più vicino, ci mostra che la sua potenza è il farsi nostro servo: “Gesù si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto”. (Gv 13,4-5). La corona, lo scudo non sono che simboli di atteggiamenti più profondi da Lui vissuti per il nostro bene. La protezione del Signore sia davvero il nostro desiderio: essere sempre più suoi, essere serviti dal suo Amore senza condizioni e senza limiti, essere coronati dalla sua misericordia, che ci lava e ci rende creature nuove.

Presto. Il canto delle profezie ci continua a sollecitare: presto Dio sarà qui, a vivere tutta la nostra umanità: apriamo le porte a chi si fa nostro dono!