Iniziamo oggi la Novena di Natale 2017; sarà un ritorno alle origini, perché mediteremo sul testo del “Regem venturum Dominum”, conosciuto come “Canto delle Profezie”, composto da un missionario vincenziano a Torino nel 1720. Il testo ovviamente fa riferimento alle profezie bibliche, in particolare del profeta Isaia.

 

16 dicembre – primo giorno della novena di Natale

 

Allietati figlia di Sion,
rallegrati a gran gioia, figlia di Gerusalemme!
Presto verrà il tuo Signore,
e sorgerà una luce immensa,
e i monti stilleranno dolcezza,
perché a noi verrà il gran Profeta,
ed Egli rinnoverà Gerusalemme.
(Sofonia 3,14-17)

 

Allietati, rallegrati. Sono gli unici due verbi al presente, perché tutti gli altri, trattandosi di profezie, sono al futuro. Ma perché gioire? Di che cosa? Come se nel mondo tutto andasse bene! Ogni giorno abbiamo motivi per lamentarci per piangere di qualcosa, dall’emicrania a problemi più gravi, di salute compromessa, di economia, di lavoro che non c’è, e avanti di questo passo. Il senso di questo invito alla gioia non è questo: proprio come avviene nella vita del profeta, ci viene detto di attendere l’opera del Signore nella nostra vita, e di gioire in anticipo, di accogliere questa luce, questa dolcezza. La gioia dilaterà il nostro cuore (mentre la grettezza lo contrae, lo rinsecchisce), rendendolo luogo ideale e fecondo per l’incarnazione del Verbo, Cristo Signore, che desidera essere uno di noi non in teoria, non nelle belle liturgie, ma nella tua carne, nel tuo sangue, nella tua vita tremendamente intricata. Lui desidera condividere con te il vissuto reale dei tuoi giorni, e per farlo ha bisogno del tuo ok.

Presto. Presto verrà il tuo Signore. Questo sia l’atteggiamento del tuo cuore in questi giorni: gioia perchè il Signore è vicino, anzi: è già qui. Adesso.

Ti lascio con Lui.