Ti è mai accaduto di perdere le chiavi di casa o dell’auto? Spero che tu le abbia ritrovate e senza danni, ma come ti sei sentito in quel momento? E davanti a un problema, magari hai pensato: “Potessi avere la bacchetta magica.” In entrambe le situazioni si vive lo stesso stato d’impotenza: una porta che non si apre, una persona che invece di guarire peggiora, un lavoro che non si trova o che si perde, o mille altre situazioni di difficoltà.
L’antifona di oggi richiama proprio il limite umano, e invoca una risoluzione. Chiave e scettro: la bacchetta magica, a noi culturalmente più vicina, deriva dallo scettro, simbolo di potenza e forza, usato dai re.
E poi si sa: chi ha la chiave, la fa da padrone, anzi è padrone. Il concetto espresso è sempre quello, comune un po’ a tutte le sette antifone “O”, si riassume in quel versetto che preghiamo all’inizio del Rosario o della liturgia delle Ore: “O Dio, vieni a salvarmi” (Sal 70,2); dicendolo, prendiamo coscienza della nostra limitatezza e ci affidiamo a chi ha le chiavi in tasca!

VIENI! Sono rimasto chiuso fuori, non so come fare per rientrare, qui fa freddo, tanto, e desidero il tepore di una casa, di un cuore che mi ama. Vieni Signore Gesù a salvarmi da tutte le chiavi perse, da tutte le bacchette magiche mai avute. Sii Tu il perché del mio vivere e il senso di ogni mio attimo.