Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva?

Gv 4,11

Il pozzo è il centro della vita del villaggio, quando l’acqua nelle case vi arrivava solo con brocche e catini. L’acqua, bene primario fondamentale per la vita, è assicurata dal pozzo, che la conserva e la dona. Esso costituisce un luogo di ritrovo per gli abitanti che vi attingono.

Il pozzo richiama una presenza nascosta, sotterranea, che diventa un giorno, visibile e tangibile, solo dopo averla desiderata e ricercata: è anch’esso, come la strada, una metafora del Cristo, che, eternamente Dio, si fa uomo nel tempo stabilito, e dona l’acqua viva di Dio, unica bevanda che disseta efficacemente le nostre aridità. San Paolo scrive a riguardo: I nostri padri (…) bevevano da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo (1 Cor 10,1-4).

Il pozzo del presepe ci disseti, e ci conduca da quel bambino, che tra poche ore celebreremo, e Lui celebrerà noi, l’incontro tanto desiderato diventa realtà: Dio con noi, noi con Dio.

Quando ho sete
non mi soddisfano
bevande elaborate
vini corposi
liquori inebrianti.

Desidero acqua pulita
che disseta, che purifica
che dona vita nuova.
Acqua nascosta e manifesta
che incontra il mio vivere.

Tutto è pronto
siediti con me
e l’incontro sarà gioia.
Vieni Signore Gesù.

Luca Rubin