Silenzio, freddo, solitudine, essenzialità.
Cuori che pulsano per un istante all’unisono, sincronizzati da un qualcosa che li coglie e che va oltre. Un oceano di emozioni diverse pervadono questa ricorrenza, e se non sai nuotare rischi di perdere la vita, l’anima, lo spirito del Natale.

Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia. (Lc 2,7).

Natale è dare, e i doni che ci scambiamo hanno proprio questo senso, ma è un dare profondo, intimo: è un dare alla luce, è un far nascere, è un permettere la vita, propria e altrui. Le fasce sono la cura, la custodia, l’attenzione, la premura, la devozione verso la vita, ogni vita, poichè ogni vita è terra sacra, ogni vita è santuario di Dio.

Lo pose in una mangiatoia: la Madre non si appropria del Figlio; dopo averlo dato alla luce, dopo averlo circondato di attenzioni, lo pone, lo lascia libero di essere, di muoversi, di dormire, di piangere, di sorridere. In una mangiatoia: chi ama sa nutrire il cuore affamato di chi non è amato, sa consolare chi è percosso dalla vita, dagli strattoni degli eventi e dalla poca cura delle persone.

I pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». (Lc 2,15).

Natale chiede di camminare, di muoversi. Lo ha chiesto anche a Maria e Giuseppe, ai pastori, ai magi, agli abitanti di Betlemme che accorrono a quella grotta. Natale chiede a te di camminare, di uscire da te stesso, di cercare, di non trovare e cercare ancora, di trovare e di vedere, di custodire, pregare, adorare, stare. Natale chiede a te di essere un semplice, come un povero pastore assonnato, che si fida e va verso quella buia grotta e giunto là tace e contempla.

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. (Gv 1,14).

Natale è la carne di Dio, è il suo cuore umano, Natale è la casa di Dio nella tua vita, è la sua presenza concreta che ti avvolge e coinvolge. Lasciati sconvolgere da Dio, dal suo modo di fare, da quel Dio che si inventa miliardi di strade per incontrarti, ma che nel Suo Figlio ti trova, ti ritrova, ti abbraccia e ti stringe al suo cuore. In quel Figlio di Betlemme il Padre ritrova e consacra te, suo amato figlio.

Natale: dare alla luce, camminare, incontrare. Adesso. Sempre.