Saulo, venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo. Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli (…) Così egli poté stare con loro. (At 9,26-31)

Sei stato invitato a una festa, non conosci nessuno, e per quanto desideri essere lì, ti senti a disagio. Nessuno ti rivolge la parola, solo sguardi interrogativi tipo: “ma quello chi è?”  Grandi sorrisi da parte tua, che però non sortiscono alcun effetto. Finalmente chi ti ha invitato  ti “sdogana” agli altri partecipanti e si inizia a sciogliere il ghiaccio: piacere, benvenuto! E’ fatta, la serata si è aggiustata, conosci nuove persone, che diventeranno amici, o anche no, si vedrà.

Saulo, catapultato dall’Amore di Dio dentro una festa, dove non conosce nessuno, o peggio ancora: è conosciuto da tutti come un rompiscatole, un persecutore, persona da evitare. E nessuno lo accoglie. La persecuzione si ritorce (ingiustamente) contro di lui: ma chi lo ha invitato?! Tutti avevano paura di lui. La paura è generata dal giudizio negativo (anche giusto eh), e come ben sappiamo la paura ci blocca la vita, non ci permette alcun atteggiamento. Il giudizio ci uccide, la paura ci mummifica.

Barnaba. Anche lui è al corrente di chi è Saulo, di quanto sangue ha fatto scorrere, di quanto dolore ha provocato tra i cristiani. E un po’ di paura l’avrà anche provata, ma riesce ad andare oltre (possiamo immaginare lo sforzo che avrà fatto). Al giudizio e alla paura, Barnaba antepone la fiducia: Saulo è stato invitato alla festa da Dio stesso, e lui ha risposto all’invito “predicando con coraggio nel nome di Gesù.”

Anche Saulo ha dovuto combattere la sua paura di essere giudicato: e con coraggio (cuoraggio, ha messo in moto il cuore) annuncia quell’Amore di cui è stato testimone. “Così Saulo poté stare con loro”: il giudizio e la paura, sono stati superati grazie alla fiducia di Barnaba e al coraggio di Saulo.

Se Barnaba non si fosse fidato, non avremmo avuto l’Apostolo delle genti: Saulo che è diventato San Paolo! Grazie Barnaba! Ci insegni che il vangelo è vivo solo se noi glielo permettiamo, e le nostre comunità cristiane non devono essere sarcofagi, ma portatrici di vita, di luce, di fiducia, di Amore. Se non siamo come Barnaba e come Saulo, abbiamo fallito la nostra vita di persone e di cristiani. Tu: chi giudichi? Di chi hai paura?

Buona domenica!