Oggi la Chiesa inizia il cammino della Quaresima, cioè quaranta giorni di tristezza, angoscia e musi lunghi. Tutto ok? Nooo! Dio vuole la nostra felicità, e non c’è niente di più lontano da Dio della tristezza!

Fino a ieri abbiamo vissuto, chi più chi meno, l’allegria del Carnevale, i dolci, le maschere, i coriandoli, musiche e schiamazzi; ora la Chiesa, che è madre, ci suggerisce di sospendere tutto questo e di vivere la gioia della quaresima: fare un po’ più di silenzio, dentro e fuori di noi, ma senza spegnere il sorriso, senza allontanarci da Gesù, fonte e culmine della nostra gioia!
La quaresima consiste in quaranta giorni di preparazione alla Pasqua, come i quarant’anni del popolo di Israele nel deserto, come i quaranta giorni di Gesù nel deserto. Deserto non significa tristezza, ma essenzialità: siamo invitati in questo tempo a sfoltire gli orpelli inutili, le fronde ingombranti che non danno frutto. Torniamo a Gesù, non perché Lui abbia la bacchetta magica (ormai è assodato: non la ha neppure Lui), ma perché è l’unico che sa svelare noi a noi stessi, in un cammino di verità e gioia che dura tutta una vita.

Fioretti, propositi, digiuni, sacrifici? Li rendiamo il centro della nostra quaresima, e diventano i nostri idoli. “Non tocco il caffè per tutta la quaresima, non accedo ai social, non mangio dolci, non…” ovviamente sbandierando a destra e a manca il nostro proponimento. Queste e altre disposizioni esteriori sono semplicemente un aiuto a vivere in profondità il comandamento dell’amore: ama Dio e ama il prossimo. L’atteggiamento esteriore deve fare riferimento a un atteggiamento interiore, altrimenti è solo sceneggiata, un corpo senza anima.
Allora intesi? Una Quaresima impegnata, che torna all’essenziale, vivendo il comandamento dell’amore e con tanta ma tanta gioia: vivremo insieme questi quaranta giorni di benedizione, puntando a Gesù “colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,2)

Cosa ci auguriamo? Che quella cenere grigia e opaca ricevuta oggi, diventi testimonianza gioiosa e risplendente dell’Amore di Dio per noi, che sa soffrire, morire e risorgere per Amore.

Buon cammino!